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Viaggiare in sedia a rotelle

Abbiamo chiesto a quattro viaggiatori in sedia a rotelle di raccontarci aspetti positivi e negativi dei loro viaggi in giro per il mondo e di fornirci consigli utili per le prossime avventure.

In crociera

“La crociera è forse il modo più accessibile di viaggiare”, sostiene James Glasbergen, tetraplegico (C4), responsabile del settore Viaggi Accessibili per l’agenzia Frederick Travel Waterloo. “Alcune compagnie in particolare, come la Royal Caribbean e la Holland America, sono più accessibili di altre per un semplice motivo”.

Quando le navi devono ancorare in mare, utilizzano piccole imbarcazioni, chiamate tender, per portare i passeggeri a terra. Quando le compagnie di crociera non dispongono di tender accessibili, le persone in sedia a rotelle, soprattutto se elettriche, possono rimanere bloccate sulla nave per tutto il giorno.

“La Holland America ha un elevatore che usa per imbarcare le sedie a rotelle sul tender”, prosegue Glasbergen. “Per passare dalla nave al tender, invece, la Royal Caribbean usa una rampa”.

Anche la maggior parte delle principali compagnie di crociera, come Celebrity, Princess e Norwegian, secondo Glasbergen, consentono un accesso a bordo molto comodo.

Quando si viaggia, Glasbergen consiglia di chiedere conferme dettagliate scritte alle proprie richieste. “Se sto prenotando un hotel con una rampa di accesso alla doccia”, spiega, “prima invio una e-mail alla struttura per chiedere la conferma che sarà garantito il servizio richiesto. Spesso quando si prenota per telefono, l’operatore non sa con certezza cosa è o non è disponibile in hotel”.

Mike Murphy, paraplegico (T9) e un tempo parte del Team Reeve, ha fatto una crociera di cinque giorni con la Royal Caribbean. “La nave era assolutamente accessibile”, dice Murphy, che usa una sedia a rotelle manuale. “Ho potuto svolgere quasi tutte le attività previste, il personale era fantastico e le cabine perfettamente accessibili. Il bagno era spazioso, con un sedile pieghevole nella doccia, e non ho avuto problemi nella stanza. Solo in una zona del ponte c’erano delle scale, ma i miei amici mi hanno aiutato a salire”.

Ai viaggatori in carrozzina che stanno valutando di andare in crociera Murphy dice: “Se siete scettici e pensate che le navi siano piccole, vi sbagliate. È un’esperienza fantastica”.

In aereo

La legge Title 14 CFR Parte 382 del Codice dei Regolamenti Federali degli Stati Uniti garantisce la non discriminazione dei passeggeri sulla base della disabilità.

Sebbene le compagnie aeree non possano esigere di essere avvisate in anticipo per garantire assistenza ai passeggeri disabili (tranne in rari casi, come l’uso di generatori di ossigeno a bordo), è comunque nell’interesse del passeggero segnalare alla compagnia le proprie esigenze in fase di prenotazione.

James Glasbergen, agente di viaggio che usa una sedia a rotelle, consiglia di contattare il vettore molto prima della partenza. “Assicuratevi che sia al corrente di tutto ciò che vi serve”, afferma.

Quando arrivate al check-in  specificate che volete usare la vostra sedia a rotelle fino al gate. A volte preferiscono sostituirla subito per risparmiare un po’ di tempo. Ma non siete obbligati a lasciarla.

I vettori riferiscono annualmente al Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti, che a sua volta riporta al Congresso i reclami relativi alla disabilità ricevuti dalle compagnie aeree. Il più delle volte le lamentele si devono ai “tempi di attesa necessari per ottenere assistenza”.

“Ad essere sinceri, a volte questo scontento è dovuto ad aspettative irrealistiche”, afferma Heidi MacFarlane, di MedAire, società di servizi medici per il trasporto aereo e marittimo. “Ad esempio, è vero che non è obbligatorio richiedere assistenza in anticipo, ma se una volta al gate cinque persone hanno già chiesto una sedia a rotelle e tu no, saranno assistite prima loro e tu dovrai attendere. Anche il passeggero ha delle responsabilità”.

Venirsi incontro

Gli addetti delle compagnie aeree devono tenere conto di tanti fattori”, afferma MacFarlane. “Per questo a volte il loro comportamento può essere frainteso”.

Per esempio, un addetto potrebbe mettere fretta a un passeggero per far partire il volo in orario e non per “sbarazzarsene”. Sta cercando di fornire il miglior servizio possibile e di raggiungere i propri obiettivi allo stesso tempo.

“Cercate di capire anche le esigenze altrui e sappiate che anche i dipendenti delle compagnie aeree, come i passeggeri, devono far fronte a vari fattori di stress”, sottolinea MacFarlane. Quando parlate con la compagnia, siate chiari ed esaustivi su quel che vi serve. Ci sono delle regole da rispettare e non tutto rientra nelle responsabilità dei dipendenti del vettore”.

“Se un passeggero ha bisogno di fermarsi in bagno, l’addetto è obbligato ad accontentarlo, a meno che questo non causi un ritardo eccessivo del volo. Altrimenti possono semplicemente accompagnarlo fino al bagno”.

“Quando ero un’addetta agli imbarchi, spesso il passeggero mi chiedeva di accompagnarlo in bagno e aiutarlo con i pantaloni. Non è un servizio che sono tenuta a prestare, ma come essere umano non me la sentivo di dire di no”.

Mettersi comodi

Una volta a bordo, MacFarlane consiglia di scegliere il posto che si ritiene più adatto. “Le compagnie non vi possono imporre un posto specifico”, afferma. “Possono però non assegnarvi alcuni sedili per motivi di sicurezza. Spesso pensano che preferiate un posto nelle prime file per motivi di spazio, ma se a voi non piace, fatelo presente e specificate la vostra preferenza”.

MacFarlane ricorda che nella maggior parte degli aerei, il 50% dei posti sul corridoio devono avere un bracciolo regolabile per consentire i trasferimenti laterali da una sedia all’altra. “Può essere utile chiedere in anticipo di sedersi in una fila con questo tipo di bracciolo, se necessario”.

Accedere ai bagni durante il volo

Durante il volo, “gli aeromobili con almeno 60 posti e un bagno accessibile devono avere a bordo una sedia a rotelle per agevolare gli spostamenti da e verso il bagno”, spiega MacFarlane. “Se un passeggero ha una mobilità ridotta, deve comunque essere messo nelle condizioni di usare i servizi. Gli aerei a fusoliera larga devono essere dotati di un bagno accessibile. Consiglio di chiedere sempre un posto a sedere non troppo distante”.

Nonostante la disponibilità di questi bagni, MacFarlane sente spesso casi di persone che preferiscono non bere per non doverli usare. “L’ambiente a bordo è tendenzialmente secco”, afferma. “Viaggiando disidratati si potrebbe andare incontro a problemi di salute. Mai trascurare l’idratazione. Bisogna sempre valutare cosa si può fare per non dover andare in bagno senza rischiare di incorrere in problemi di tipo medico”.

Safari

Essendoci già stato due volte prima dell’incidente del 2007, Murphy aveva voglia di tornare in Africa per fare un safari di due settimane in Kenya.

Due anni dopo aver pianificato il safari è arrivato l’incidente e temeva che non sarebbe più stato in grado di partire. Alla fine però, tutto è andato per il meglio. Durante il safari, Murphy si trasferiva sul sedile anteriore del veicolo safari, lasciando la sedia a rotelle nel bagagliaio.

Quando non dormivano nelle tende dei campeggi safari, Murphy e gli altri viaggatori pernottavano nei lodge. “Eravamo sempre accompagnati da alcuni guerrieri Masai e Samburu”, racconta. “Da quando mi svegliavo a quando andavo a letto”. Quei guerrieri si sono rivelati utili, spingendo la sedia di Murphy nella sabbia e nella terra lungo i letti di fiumi asciutti.

Murphy riconosce che viaggiare in sedia a rotelle manuale o elettrica non è la stessa cosa. “Per chi viaggia con una sedia manuale con una buona forma fisica come me”, dice, “o con l’aiuto di qualcuno, muoversi sulla sabbia non è un problema”.

A Londra

Nel 2007, a 13 anni, Arielle Rausin, che vive con una lesione al livello T11, ha viaggiato con la famiglia a Londra, Parigi, Roma e in Svizzera per tre settimane.

“A Londra c’era un taxi fantastico che aveva una rampa per farmi salire”, racconta Arielle. “Non dovevo neanche trasferirmi dalla sedia. Volevo quasi trasferirmi a Londra!”

A Rausin il taxi è piaciuto molto, ma Krista, sua mamma, non può dire lo stesso degli altri mezzi di trasporto. “I treni non erano per niente accessibili”, dice Krista. C’era una lunga rampa di scale. Mio marito Eric ha dovuto portare Arielle in braccio fino in cima mentre io portavo su la sedia fino al binario”.

Durante il viaggio in Europa, quasi nessuna stazione ferroviaria era accessibile. “Non è stato divertente. C’erano un sacco di scale. Anche nelle stazioni della metro”.

A Parigi

La tappa successiva del viaggio è stata Parigi. “Londra è stata forse la parte più semplice, perché a Parigi le strade erano ancora più piccole”, dice Krista. “Erano troppo faticose per Arielle, quindi Eric le ha dovuto spingere la sedia. Con una sedia a rotelle elettrica sarebbe stato tutto più semplice”.

Sia la famiglia Rausin che Mike Murphy hanno apprezzato l’accessibilità della Torre Eiffel. “C’era un ascensore e varie piattaforme intorno alla torre”, spiega Krista. Arielle ha potuto visitarla tutta. Non è stato semplice vedere il panorama a causa delle barriere alte, ma comunque ce l’ha fatta”.

Murphy ha notato come le persone abbiano cercato di aiutarlo il più possibile. “In coda per la Torre Eiffel si poteva aspettare anche tre ore”, dice”, ma mia sorella, mio fratello e io siamo potuti passare da un ingresso speciale”.

“Sono stati sempre tutti molto gentili”, afferma Krista. “Quando eravamo a Parigi, nelle stazioni della metro, c’era sempre qualcuno pronto ad aiutare Arielle senza nemmeno dover chiedere”.

Un ascensore nel Colosseo

La famiglia Rausin ha visitato anche Roma. “Il Colosseo era accessibile”, dice Krista. “Lì accanto c’erano delle rovine visitabili, ma attraverso un sentiero acciottolato. Abbiamo deciso di vederle lo stesso. Eric ha preso in braccio Arielle e io ho portato la sedia a rotelle”.

James Glasbergen, esperto di viaggi, fa notare quanto sia accessibile il Colosseo nonostante sia stato costruito secoli fa. “Oltre duemila anni fa”, precisa, “e nonostante ciò è perfettamente accessibile”. All’interno c’è anche un moderno ascensore per visitare i diversi livelli del monumento”.

Oltre ad aver viaggiato nei Caraibi, in Kenya e a Londra, dopo l’incidente Mike Murphy ha visitato anche Roma e gli è piaciuta molto, ma ammette che a causa dei sampietrini il centro non è totalmente accessibile. “Le città come Roma sono molto sporche”, dice Murphy, che usa una sedia manuale. “Io uso guanti senza dita, per cui ho dovuto fasciarmi i pollici, dato che toccando continuamente le ruote diventavano neri”.

Arielle consiglia di non viaggiare da soli. “È molto meglio farsi accompagnare da qualcuno”, dice, perché ci sono molti ostacoli”.

In ogni caso, come sottolinea James Glasbergen, tutto dipende dal proprio livello di mobilità. “A chi ha bisogno di assistenza”, spiega, “consiglio di farsi accompagnare dal proprio caregiver. Assumerne uno all’arrivo è molto costoso e non sai mai chi ti capita”.

Girare il mondo in sedia a rotelle

Scott Chesney, oratore motivazionale con una paralisi (T7), vive nel New Jersey e ha fatto il giro del mondo due volte. La prima volta, nel 1997, ha visitato quindici paesi in quindici mesi. Nel 1999, invece, ne ha visti ventisei in un anno.

“Vorrei che tutte le città ospitassero le Olimpiadi almeno una volta”, dice Chesney, consapevole dei benefici che questo comporterebbe, “perché automaticamente ospiterebbero anche le Paralimpiadi”. In questo modo, dovrebbero rendere accessibili tutte le strade e le strutture e chi lavora con il pubblico sarebbe più informato sulla disabilità e su come comportarsi. Sarebbe fantastico”.

Tra il dire e il fare, però, c’è sempre di mezzo il mare. “Come ad Atene, in Grecia, dove i taxi, vedendomi, non si fermavano”, dice Chesney. “È stato orribile: dovevo nascondermi dietro le macchine mentre mia moglie ne fermava uno. Quando l’autista apriva la porta, dovevo essere veloce a saltare a bordo – letteralmente – così a quel punto erano costretti a prendermi”.

Quando si viaggia, Chesney è convinto che la cosa migliore da fare sia ascoltare chi ci è già passato. “Non cercate di scoprire l’acqua calda”, afferma. “Piuttosto, parlate con chi ha già viaggiato e chiedete dei consigli. È il bello di internet: comunicare con le persone di tutto il mondo. Così si scopre quali posti sono accessibili e quali no”.

“Sta a voi gestire al meglio le informazioni che raccogliete”, dice Chesney. “Bisogna valutare ogni aspetto con estrema attenzione, senza lasciarsi scoraggiare o abbandonare l’idea di partire. Lo fate soltanto per poter stare tranquilli. Tutto qui”.

Sostenere la propria comunità

“Quando si viaggia”, spiega Krista Rausin, “non bisogna aver paura di avanzare richieste in base alle proprie necessità”.

Spesso, durante un viaggio, Krista ha contattato in anticipo la compagnia area per assicurarsi di avere una sedia a rotelle con schienale dritto, “a L”, per consentire alla figlia Arielle di raggiungere il proprio posto a sedere una volta a bordo. Non sempre le compagnie aeree sono consapevoli di queste necessità e, per questo, a Krista e sua figlia è capitato di avere problemi in viaggio.

Scott Chesney spera di rendere le cose più semplici ai futuri viaggiatori in sedia a rotelle. Non si aspetta di non pagare la stanza di albergo qualora non fosse accessibile; piuttosto vorrebbe formare e sensibilizzare i gestori sulle necessità di un ospite disabile.

“Così si sostiene tutta la comunità”, aggiunge Chesney. “Si fa quel che si può per se stessi, da un lato, e contemporaneamente si apre la strada ai futuri viaggiatori”.

Come in tutte le avventure e le esperienze di viaggio, l’importante è divertirsi. Krista ha un consiglio fondamentale al riguardo: sorridere sempre. “Sorridete alle persone, così anche loro si rilassano e saranno più disposte ad aiutarvi”.

Risorse

Per ulteriori informazioni su come viaggiare in sedia a rotelle o per domande specifiche, i nostri consulenti specializzati sono disponibili dal lunedì al venerdì al numero verde +1-800-539-7309 (solo negli USA) o al +1-973-379-2690 (numero internazionale) dalle 7:00 alle 24:00 EST (fuso orario orientale USA).